L'INVERNO
Nel periodo freddo
l’azione di pesca va effettuata nei posti più
profondi che di solito corrispondo alle rotte
percorse dai natanti in particolare , dove presenti dai
traghetti. I pesci insidiabili con successo sono
prevalentemente il cefalo, la spigola e dove presente il
grongo.Il cefalo è un pesce stanziale e quindi anche
d’inverno è facile trovarlo negli strati prossimi
al fondo insidiandolo con la pasta al formaggio, la sarda
o l’universale bigattino. Le tecniche che rendono di
più sono il ledgering, la pesca al tocco o la bolognese,
dove il fondo non troppo elevato lo consente potremo
utilizzare anche una semplice ma molto efficace canna da
punta con la “pasta”. L’acqua portuale di
solito torbida ci consentirà di utilizzare monofili
abbastanza robusti tipo lo 0.14 per finale. Molto
importante sarà l’uso di un buon brumeggio per
attirare e mantenere in zona i pesci.Nel periodo freddo
è possibile dedicarsi alla pesca dei grossi esemplari di
spigola che , complice la stagione della riproduzione
entrano nei porti per deporre le uova. La tecnica più
redditizia è la pesca con la sarda freschissima intera
innescata su un lungo finale anche più di due metri
dello 0.35- 0.40. La lenza sarà priva di qualsiasi
piombatura . Una volta lanciato il tutto, lascieremo
andare a corrente la nostra insidia. Al momento della
mangiata non bisogna avere fretta , ma lasciare che il
pesce si allontani con l’esca in bocca e che abbia
tutto il tempo di ingoiarla per bene , solo a questo
punto quando vedremo il filo filare via più deciso
daremo una bella ferrata ingaggiando la lotta con la
preda.E’ buona norma , per avere maggiori
possibilità di cattura ricordare che l’ attività
trofica della spigola va da 90 minuti prima
dell’acme di bassa marea a 90 minuti dopo
l’acme di bassa marea e da da 90 minuti prima
l’acme di alta marea a 90 minuti dopo l’acme di
alta marea cioè nelle fasi di acqua ferma. Nei porti a
fondo scoglioso e nelle fessure che si aprono alla base
delle murate è presente il grongo viscido predatore
anguilliforme dalle fauci taglienti.La pesca non presenta
grandi difficoltà : si pesca a fondo con la sarda
innescata su un finale dello 0.60 o meglio fornito di un
cavetto d’acciaio , a causa della dentature molto
tagliente del pesce. Si sondano le tane che si aprono ai
nostri piedi o le zone più distanti ma dove sappiamo
della presenza di scogli. Una volta avvertita la mangiata
bisogna essere lesti nello strappare il pesce dagli
scogli dove tenterà di intanarsi rendendo vana ogni
nostra azione. Si pesca quasi esclusivamente di notte
tranne che nei giorno più plumbei e con acque molto
torbide a causa di una mareggiata.
PRIMAVERA
La temperatura si fa più tiepida e di
conseguenza anche l’acqua comincia a riscaldarsi,
così molti pesci detti traslativi cominciano a risalire
dalle fosse profonde e a popolare il sottocosta. Così è
possibile dedicarsi alle occhiate e all’orata . Le
occhiate di solito entrano nei porti durante la notte e
si tengono sempre nella parte più esterna verso
l’imboccatura.La tecnica migliore è la bolognese
con l’utilizzo del bigattino come esca, sondando gli
strati d’acqua intermedi, la pesca va accompagnata
da una sapiente pasturazione (fatta sempre con i
bigattini) tenendo conto della corrente e cercando, oltre
di mantenere i pesci in zona, di far aggallare il branco.
In tal modo tutta l’azione sarà più semplice ed
inoltre il branco diventerà più frenetico con spanciate
e bollate evidenti entrando in una attività trofica frenetica
dovuta alla competizione alimentare.L' orata merita un
discorso particolare , infatti , non è presente in tutti
i porti in quanto abbisogna di alcune caratteristiche
relative alla natura del posto: il porto deve essere
molto profondo e ci deve essere un fondale misto che
garantisca gli organismi di cui il pesce si ciba ovvero
presenza massiccia di cozze , paguri, murici e molluschi
in genere. Si può insidiare nei modi più disparati
anche se i risultati migliori per gli esemplari di taglia
si ottengono innescando la cozza compresa di guscio, in
tal modo si fa fuori tutta la minutaglia che possa
disturbare la nostra azione. Invece per le orate più
piccole è molto efficace la pesca con il bigattino sia
con la bolognese che a ledgering. Non va dimenticato che
comunque è sempre valida la classica pesca a fondo
innescando anellidi tra cui spicca l’americano ,
murici e cannolicchio. La pesca si protrae per tutta
l’estate e buona parte dell’autunno. E’
buona norma, per avere maggiori possibilità di cattura,
ricordare che l’ attività trofica dell’orata
va da 90 minuti dopo l' acme di bassa marea a 90 minuti
prima dell’acme di alta marea e da da 90 minuti dopo
l' acme di alta marea a 90 minuti prima dell’acme di
bassa marea cioè nelle fasi di mossa dell' acqua.
ESTATE
Con l’arrivo del grande caldo il porto
si arricchisce di tutta quella minutaglia che fa la
felicità dei pescatori neofita o al massimo di qualche
garista in vena di allenamenti, stiamo parlando di
boghette,salpette,menole, sparlotti e rondinelle. Questi
pesci si insidiano facilmente operando un brumeggio fatto
con uno sfarinato da mare di superfice e utilizzando una
canna da punta o pescando in caduta utilizzando piombi da
1-5 Gr. I pesci pelagici come la leccia amia e stella, l'
aguglia, il pesce serra e la ricciola durante tutto il
periodo caldo e anche per la prima parte
dell’autunno fanno dei veri e propri blitz
all’imboccatura dei porti e a volte seguendo i
pescherecci che rientrano si inoltrano nelle parti più
interne creando cacciate spettacolari anche verso cefali
da chilogrammo che spiccano salti fuor d’acqua alla
ricerca della salvezza. Leccie stella e aguglie è
possibile insidiarle sia con la bombarda e il bigattino
come esca o con filetti ricavati da sarde o anche dai
pesci pescati precedentemente, avendo l’accortezza
di lasciare oltre la carne anche la pelle luccicante.
Invece per gli altri pesci si parla di spinning di mare
pesante utilizzando i poppers o anche grossi cucchiaini
ondulanti. Altrimenti si può sempre cercare la cattura
utilizzando la tecnica del vivo fatto in luogo.
Fino ad alcuni anni fa tali pesci erano comuni solamente
nella parte meridionale della penisola, ora a causa della
tropicalizzazione del mediterraneo è facile incontrarli
un po’ ovunque.
AUTUNNO
Con
l’arrivo dell’autunno comincia a diventare
instabile l’alta pressione estiva dovuta all'
anticiclone delle Azzorre , tutto ciò comporta un tempo
variabile con le prime mareggiate che portano beneficio
per l' attività aulietica infatti si ricominciano a
muovere i pesci degni di nota e cominciano a fare la
comparsa i saraghi per i quali va fatto lo stesso
discorso dell’orata anche se almeno gli sparlotti o
sparaglioni si trovano comunemente in qualsiasi porto di
qualunque natura esso sia. Anche per le tecniche si può
far riferimento a quanto detto per l’orata tenendo
conto però che il sarago vuole assolutamente l’esca
ferma sul fondo o nei pressi di conseguenza bisogna avere
l’accortezza di utilizzare finali abbastanza corti e
rapportati alla forza della corrente al fine di pescare
come detto. Inoltre una possibile alternativa può essere
cercare sia saraghi che orate lungo la parete della
murata a diverse altezze , avendo questi pesci
l’abitudine di andare a mangiare cozze e
quant’altro anche staccati dal fondo lungo il muro
cercando di mantenere l’esca quanto più possibile
ferma nei pressi della parete stessa.
Non
ci scordiamo che in generale la legislazione italiana
vieta qualsiasi tipo di pesca nei porti di conseguenza
per evitare spiacevoli situazioni , quando decidiamo di
recarci a pesca in un porto, prima informiamoci
presso le autorità locali della capitaneria se è
consentito pescare liberamente o se vige qualche divieto.
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