domenica 17 novembre 2013

Pesca alle aguglie.

E’ probabilmente una delle tecniche di pesca fra le più praticate lungo le coste Campane sul finire dell’estate. Anche se le prime catture di aguglie si possono già effettuare in primavera, è nel periodo che va a partire della bella stagione, fino ad ottobre/novembre, che esse si avvicinano più numerose alla costa. Nelle ultime settimane utili, anche se il numero di esemplari va diminuendo, è anche vero che va salendo la taglia dei singoli esemplari, e il superamento della lunghezza di 50 cm non è più un evento straordinario.
Sono poche le attrezzature che occorrono per la pesca di questi predatori, tanto che, chi pratica tale pesca arriva a mare con appena una canna e un secchiello, con dentro alcuni accessori di ricambio, e uno straccetto.
Le canne più usate per questo tipo di pesca sono le cosidette “canne da bombarda”. Questa ultima dovrebbe essere leggera, sottile, con fusto abbastanza reattivo, e azione di punta, lunghezza 4,20-4,50mt, e potenza 20-50gr circa. Lunghezze inferiori ai 4,00mt possono creare problemi al momento di portare il pesce nelle immediate vicinanze del guadino, mentre se le canne superano la lunghezza dei 4,50mt possono creare problemi di ingombro. La potenza delle canna è stabilita ovviamente in funzione al peso della bombarda (dai 20g ai 40g). Il diametro del filo da avvolgere in bobina può essere compreso fra 0,18 e 0,22. Le bombarde, invece, si suddividono i tre tipi: galleggianti, semiaffondanti, e affondanti. Il tipo che fa meglio per noi è quello semiaffondante. Vi occorrono inizialmente un paio di grammature soltanto: 25 e 35 grammi.  L’utilizzo delle bombarde semiaffondanti ci permette di condurre una pesca con un raggio d’azione più ampio.
Per la preparazione dell'attrezzatura, dobbiamo per prima cosa far passare il filo della bobina attraverso il foro sul tubicino in plastica della bombarda, per utilizzarla in modo scorrevole. Si inserisce sotto di essa si un tubicino in gomma lungo qualche centimetro come ammortizzatore, poi una sferetta forata come salvando. Seguirà una piccola girella, meglio se doppia o tripla, per bloccare il tutto. Da questa poi si dipartirà il finale vero e proprio, utilizzando un monofilo Ø0,18-0,20, lungo 1,50-2,50mt circa, al quale va fissato un unico amo in carbonio N.12 a 20 a gambo lungo. 
Le esche che possono essere utilizzate per la cattura dell'aguglia sono molteplici. Si spazia dai piccoli artificiali ondulanti alle esche vive come bigattini e coreano, passando per l’innesco di una striscia di pelle di sardina con un po’ di filetto attaccato. 
Una volta completata l'attrezzatura, non bisogna far altro che lanciarla verso il largo. Qualche istante dopo che la bombarda ha toccato la superficie dell’acqua si comincia a ritirare lentamente, sino a quando il tutto non raggiunge i nostri piedi. A questo punto si rilancia e l’azione ricomincia.

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