lunedì 11 novembre 2013

Il sarago

Il sarago abita i fondali rocciosi. Non importa che siano tratti di costa a scogliera oppure secche al largo. Basta che ci siano buchi nei quali rinchiudersi in pace. Là sotto sceglie le sue tane, e ci resta per parecchio tempo, non esce quasi mai, soltanto quando decide che è il caso di andare a pranzo. E per questo i momenti non sono tutti uguali. Ecco perché col mare calmo in pieno giorno è ben difficile prenderne qualcuno. Perché, soprattutto i più grossi, se ne stanno rintanati chissà dove, al riparo, e non hanno nessuna intenzione di uscire.
Tutto cambia quando il mare si muove e il fondo è spazzato dalla corrente e le coste dalla schiuma. Allora, fuori dalle tane, i posti migliori per cercare qualcosa da mangiare sono proprio quelli esposti alle onde. Perché lì in mezzo il sarago nuota a suo agio, mentre le sue prede sono in difficoltà.
Benché le dimensioni dei saraghi che si possono in genere osservare vicino alle coste frequentate dall'uomo siano piuttosto contenute, alcuni esemplari possono superare i 40 cm e i 2 kg di peso.
Il sarago si divide in 5 specie:
  1. Sarago Maggiore: Può raggiungere una lunghezza di 40 cm., con un peso di 1 kg. È il sarago nella forma più classica. Colorazione grigio argentea, con alcune fasce scure verticali sui fianchi.
  2. Sarago fasciato: Caratteristiche abbastanza simili al precedente, ma il muso è leggermente più appuntito, mentre una larga fascia nera ne percorre verticalmente il dorso. Colorazione bruna con sfumature argentee. Lunghezza massima 25-40 cm.
  3. Sarago pizzuto: Rispetto agli altri saraghi, questo pesce ha il muso molto appuntito, e il corpo più affusolato. Colorazione argentea con sfumature dorsali brune, ed un netto margine nero sulla caudale. Raggiunge una lunghezza massima di 45 cm, con un peso di circa un kg.
  4. Sarago faraone: Nella famiglia dei saraghi , questo esemplare è quello che raggiunge le maggiori dimensioni quanto a lunghezza( circa 60 cm), con un peso di 3 kg. La sua colorazione argentea è attraversata da 5 fasce scure. Questo pesce vive solitamente in fondali rocciosi.
  5. Sarago sparaglione: È il più piccolo dei saraghi in quanto a dimensioni può raggiungere a malapena i 18 cm. Ha una colorazione dorata, con pinne dell'identica tonalità, con una pinna dorsale parzialmente spinosa. Questo esemplare si aggira molto nei fondali dei porti.
Le tecniche per catturare queste prede sono:
  • Pesca a fondo: Le zone classiche per incontrare il sarago sono i fondali ricchi di rocce miste a sabbia, dove le condizioni ideali di pesca sono quelle di mare in scaduta dopo un'intensa mareggiata. In questi ambienti la tecnica piu proficua è la pesca a fondo, praticata con canne di 4-5 metri e mulinelli con bobina in grado di contenere 200 metri di nylon dello 0,25-0,30. II terminale (nel disegno in alto) sarà costituito da un piombo scorrevole a forma di sfera fermato da una girella con moschettone; tra questi due elementi sarà buona norma inserire un tubicino di plastica con la funzione di salvare il nodo sulla girella in fase di lancio. Adoperando come finale uno spezzone di nylon di un metro armato con un amo bronzato del n. 5-8 e come esche tutti i tipi di vermi marini e i piccoli crostacei, l'azione di pesca si effettua cercando di depositare il richiamo nelle zone "pulite", cioè nelle zone di sabbia in mezzo a formazioni rocciose sommerse. Con la lenza in bando e la frizione totalmente aperta, l'attacco del sarago è chiaramente avvertibile con una certa tensione del filo e conseguente "sfrizionata", momento questo in cui occorre ferrare con una certa decisione.
  • Pesca con il galleggiante: in questo caso potremmo usare una canna bolognese ad azione medio - morbida lunga 5 o6 metri, con un mulinello con monofilo dello 0,25 e il per finale uno spezzone di nylon dello 0,20, con ami 6/8, tutto ciò per la pesca notturna, per quella diurna invece, si passa a diametri più sottili e ad ami 10/12. Il galleggiante può essere scorrevole o fisso. 
Le esche più adatte sono i gamberetti di scoglio (vivi o congelati), i piccoli granchi privati delle chele e della corazza superiore, oppure i vermi marini.

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