giovedì 31 ottobre 2013

Tecniche e tipi di PASTURAZIONE

La Pastura e l'esca sono gli elementi più importanti per ottenere notevoli risultati.  Senza una giusta pasturazione si possono cattura prede casuali ( ma non è sempre così ). La pasturazione serve a far avvicinare nella nostra zona di battuta i pesci che vogliamo catturare. 

PASTURAZIONE A FONDO: 
  • Pastura con sarda: l'ingrediente fondamentale di questa pastura è la Sarda macinata. Quest'ultima viene mescolata con sale doppio e pastura sfarinata ( in vendita nei negozi di pesca). La pastura sfarinata verrà scelta in base al tipo di pesca e al tipo di predatore. Succesivamente mescoliamo il tutto con acqua di mare. 
  • Pastura casalinga: ingrediente fondamentale sarà il pancarrè, formaggio pecorino, pan grattato, millefiori. Il procedimento è molto semplice, per prima cosa bisogna togliere la parte scura dalle fette di pancarrè e rimanere solo la parte morbida e metterle in un secchio. Versare acqua tiepida ed iniziare ad amalgamare le fette. Prendete il pecorino e grattugiate all'interno del secchio e mescolare il tutto. Dopo aver mescolato la nostra pastura avremo un prodotto simile ad un pezzo di pane e andremo ad aggiungere al centro, facendo un solco nel composto, una fiala di millefiori. Se a tatto questo composto sembra molto morbido aggiungete il pan grattato fino alla consistenza giusta. 
  • Pastura col guanto: questa tecnica vi sembrerà strana, ma è di notevole prestazioni. Bisogna sostituire il normale pasturatore per bolognese con un guanto di lattice che verrà gettato in acqua. Per crearlo è molto semplice ed avremo bisogno di 2-3 guanti di lattice, un rotolo di lenza 0.25-0.30, una cannuccia, un piombo da 0.30-0.40 g ed un elastico. I procedimenti sono:
  1. Infilare i guanti l'uno nell'altro;
  2. legare il piombo al dito mignolo del guanto con 30 cm di lenza con girella;
  3. prendere il dito medio del guanto e forarlo leggermente in modo che la cannuccia possa entrarvi, quindi legare la cannuccia con il guanto in modo da bloccarla; 
  4. collegare il rotolo di lenza alla girella dove c'è il piombo;
  5. infine andremo a riempire il guanto con i bigattini, facendo attenzione a non farli fuoriuscire dalla cannuccia, poi chiuderemo il tutto con l'elastico.
Una volta creato il nostro pasturatore non bisogna far altro che testarlo, gettando il nostro pasturatore a fondo, di seguito getteremo la nostra esca nei pressi della pastura. avremo così una pasturazione dal basso verso l'alto. BUON DIVERTIMENTO!!

PASTURAZIONE A MEZZ'ACQUA:
questo tipo di pasturazione viene effettuato con il cosiddetto "pasturatore" con l'innesco dei bigattini. Questa tecnica viene maggiormente usata con la pesca a galleggiante (es. bolognese). Viene inserito il pasturatore un paio di metri sopra l'amo lasciando fuoriuscire leggermente i bigattini creando così una zona appetitosa per le nostre prede, aspettando così il fatidico momento. 




martedì 29 ottobre 2013

L'ORATA

L’orata è un pesce osseo di mare e di acque salmastre, appartenente alla famiglia Sparidae.
Il nome deriva dalla caratteristica striscia di color oro che il pesce mostra fra gli occhi.
L’orata è presente in tutto il bacino del mar Mediterraneo e nell’Atlantico orientale, dall'estremo sud delle isole Britanniche a Capo Verde. È un pesce strettamente costiero e vive tra i 5 e i 150 m dalla costa; frequenta sia fondali duri che sabbiosi, è particolarmente diffusa al confine fra i due substrati. Normalmente conduce una vita solitaria o a piccoli gruppi. È una specie molto eurialina, tanto che si può frequentemente rinvenire in lagune ed estuari, ma è estremamente sensibile alle basse temperature. È molto comune nei mari italiani.
L'orata è un tipo di pesce molto sospettosa a differenza degli altri pesci, quando è piccola si muove sempre in gruppi, da adulta e sempre solitaria,  puo’ arrivare a pesare oltre i 15-17 kg, e la sua lunghezza va oltre i 70cm. E' un pesce di fondale che difficilmente sale a galla.
La sua profondità si aggira attorno ai 70-80 mt e distante dalla riva sui 100-150 metri , anche se ogni tanto la troviamo a ridosso della spiaggia, ma sono quelle inferiori ai 3 kg.
L’orata  si puo’ trovare in gran quantità anche nei porti, ma sicuramente in taglie minori, anche se ogni tanto ne capita qualcuna che supera i 2 kg.
E' possibile catturarla dalla spiaggia all'alba o/e al tramonto, di notte gira poco o niente, si puo’ catturare in quantità maggiori nei mesi caldi a partire da aprile e fino ottobre.
Bisogna tener conto, però, che in caso di abboccata, una volta salpata a terra non bisogna inserire le dita per slamarla, potreste farvi molto male, a causa delle sue possenti mascelle, usare lo slamatore o tagliare il filo, un altro terminale si può sempre rifare.
L’esca preferita e’ la Cozza  sia sgusciata che intera, segue la Fasolara, il Cannolicchio,  il Gambero, il Bibi, il Granchio, l’Americano, Coreano.

lunedì 28 ottobre 2013

Calendario pesca 29/10/2013 Pozzuoli

Domani martedì, 29 ottobre del 2013, il sole a Pozzuoli sorgerà alle 6:31 e tramonterà alle 17:03. La prima alta marea sarà alle 4:35 e la seguente alta marea alle 17:10. La prima bassa marea sarà alle 11:10 e la seguente bassa marea alle 23:40. Le fasi lunari sarà Luna calante. Ci saranno 10 ore e 32 minuti di sole. Il transito solare sarà alle 11:47 è il tempo in cui la luna sarà visibile sarà di 13 ore e 8 minuti. Il calendario solunare di pesca a Pozzuoli indica che si tratta di una giornata normale di pesca. L'attività dei pesci prevista é media. I momenti migliori per pescare sono: 
  • Dall'1:02 alle 2:02, attività media. Periodo minore: alba lunare.
  • Dalle 7:36 alle 9:36, attività alta. Periodo Maggiore: transito lunare (la luna é sopra di noi).
  • Dalle 14:10 alle 15:10, attività media. Periodo minore: tramonto lunare.
  • Dalle 20:06 alle 22:06, attività alta. Periodo Maggiore: transito lunare contrario (la luna é sotto di noi).

Calendario pesca 29/10/2013 Napoli

Domani Martedì, 29 ottobre 2013, il sole a Napoli sorgerà alle 6:31 e tramonterà alle 17:03. La prima alta marea sarà alle 4:45 e la seguente alta marea alle 17:20. La prima bassa marea sarà alle 11:20 e la seguente bassa marea alle 23:55. Le fasi lunari sarà Luna calante. Ci saranno 10 ore e 32 minuti di sole. Il transito solare sarà alle 11:47 è il tempo in cui la luna sarà visibile sarà di 13 ore e 8 minuti. Il calendario solunare di pesca a Napoli indica che si tratta di una giornata normale di pesca. L'attività dei pesci prevista é media. I migliori momenti per pescare sono:
  • Dall'1:01 alle 2:01, attività media. Periodo minore: alba lunare.
  • Dalle 7:35 alle 9:35, attività alta. Periodo Maggiore: transito lunare (la luna é sopra di noi).
  • Dalle 14:09 alle 15:09, attività media. Periodo minore: tramonto lunare.
  • Dalle 20:05 alle 22:05, attività alta. Periodo Maggiore: transito lunare contrario (la luna é sotto di noi).

Calendario pesca 28/10/2013 Napoli

Oggi lunedì, 28 ottobre del 2013, il sole a Napoli é sorto alle 6:29 e tramonterà alle 17:04. La prima alta marea é stata alle 3:35 e la seguente alta marea sarà alle 16:15. La prima bassa marea é stata alle 10:10 e la seguente bassa marea sarà alle 22:55. Le fasi lunari é Luna calante. Ci saranno 10 ore e 35 minuti di sole. Il transito solare é alle 11:47 è il tempo in cui la luna sarà visibile sarà di 13 ore e 39 minuti. Il calendario solunare di pesca a Napoli ci indica che si tratta di una pessima giornata di pesca. I momenti migliori per pescare sono: 
  • Dalle 0:33 all'1:33, attività bassa. Periodo minore: alba lunare
  • Dalle 7:06 alle 9:06, attività media. Periodo Maggiore: transito lunare (la luna é sopra di noi). 

  • Dalle 13:39 alle 14:39, attività bassa. Periodo minore: tramonto lunare.
  • Dalle 19:20 alle 21:20, attività media. Periodo Maggiore: transito lunare contrario (la luna é sotto di noi).

Calendario pesca 28/10/2013 Pozzuoli

Oggi lunedì, 28 ottobre 2013, il sole a Pozzuoli é sorto alle 6:30 e tramonterà alle 17:04. La prima alta marea é stata alle 3:20 e la seguente alta marea sarà alle 16:05. La prima bassa marea é stata alle 9:55 e la seguente bassa marea sarà alle 22:45. Le fasi lunari é Luna calante. Ci saranno 10 ore e 34 minuti di sole. Il transito solare é alle 11:47 è il tempo in cui la luna sarà visibile sarà di 13 ore e 40 minuti.
Il calendario solunare di pesca a Pozzuoli ci indica che si tratta di una pessima giornata di pesca.
I migliori momenti per pescare sono: 
  • Dalle 0:34 all'1:34, attività bassa. Periodo minore: alba lunare.
  • Dalle 7:07 alle 9:07, attività media. Periodo Maggiore: transito lunare (la luna é sopra di noi).
  • Dalle 13:40 alle 14:40, attività bassa. Periodo minore: tramonto lunare.
  • Dalle 19:21 alle 21:21, attività media. Periodo Maggiore: transito lunare contrario (la luna é sotto di noi). 

sabato 26 ottobre 2013

Licenza pesca nelle acque interne

L'esercizio della pesca nelle acque interne della Regione Campania, è subordinato al possesso dell'apposita licenza regionale, rilasciata dalla Provincia competente per territorio (per residenza del richiedente) con le modalità di seguito elencate.

La domanda va fatta all'Amministrazione Provinciale competente per territorio. Alla domanda devono essere allegati i seguenti documenti:
  1. Domanda su carta da bollo (€ 14,62) intestata al 
    Presidente dell'Amministrazione Provinciale di Napoli da 
    presentare al protocollo generale in piazza Matteotti n.1,
    80133 Napoli;
La domanda deve essere corredata dalla seguente documentazione:
  • Due foto del richiedente di cui una autenticata.
  • Versamento di €22.72 intestato alla Regione Campania servizio tesoreria c/c 21965181.
  • Versamento di € 1.03 intestato all'Amministrazione Provinciale di Napoli servizio tesoreria c/c 12858809 una marca da bollo di € € 14,62 all'atto del rilascio della licenza
Tale documentazione deve essere presentata anche per il rinnovo esennale della licenza.
In caso di rinnovo annuale deve essere effettuato solo il versamento della tassa di concessione regionale di euro 22,72 effettuato su conto corrente n° 21965181 intestato a Regione Campania - Servizio Tesoreria - Napoli, adoperando il bollettino di versamento prestampato e distribuito presso gli uffici postali, avendo cura di inserire, nell'apposito spazio riservato al Codice Tariffa, il corrispondete codice 1115 (licenza di pesca nelle acque interne - tassa annuale)
N.B. per i minori di anni 18 occorre l'atto di assenso di ambedue i genitori.
Per il rinnovo annuale non è necessaria la presentazione della domanda ma che deve essere cura del pescatore portare con sé il documento del versamento effettuato a favore Regione Campania Servizio Tesoreria Napoli al corrispondente codice 1115 (licenza di pesca nelle acque interne - tassa annuale).
Per informazioni:
Ufficio Caccia e Pesca della Direzione Agraria- Via Don Bosco 4/F, Napoli -Tel.0817949546
L'Ufficio é aperto al pubblico il martedì e il giovedì dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle 14.30 alle 16.30


Gli indirizzi cui spedire la domanda:

PROVINCIA DI AVELLINO
Servizio Agricoltura
Corso Vittorio Emanuele - AVELLINO

PROVINCIA DI BENEVENTO
Settore Agricoltura
Rocca dei Rettori - BENEVENTO

PROVINCIA DI CASERTA
Settore Agricoltura Foreste, Caccia e Pesca
Piazza Dante - P.zzo Fimiani - 81100 CASERTA

PROVINCIA DI NAPOLI
Direzione Agricoltura
Piazza Matteotti, 1 - 80133 NAPOLI

PROVINCIA DI SALERNO
Sevizio Settore Primario - Ufficio agricoltura
Corso Garibaldi 124/2 - 84100 SALERNO

Le migliori tecniche per la cattura della Spigola

Per prima cosa per la pesca alla spigola, dovete essere sicuri della zona, dove sapete che le spigole si aggirano, non tutti le zone sono adatte alle spigole.
Le migliori tecniche per catturare questa preda sono:
  • Bolognese: questo tipo di pesca va fatta con un terminale superiore ai 2 mt, alla lenza madre va attaccato un stopper poi viene inserito il galleggiante, quest'ultimo deve essere piombato di forma sferica di grammi 6 massimo 8 grammi, perlina in silicone     (salva nodo) girella, alla girella va legato un terminale di 2 metri con amo per bigattino, nello zona che pescate pasturare di tanto in tanto, in caso di molta corrente per evitare che il terminale si porti in superficie ed evitare che stia fuori pesca, basta aggiungere una piccola pallina di piombo a 20 centimetri dall’amo. Consiglio la pasturazione ogni 20-25 min.
  • Pesca a fondo: questa tecnica è ottima da svolgere in un misto di sabbia e scogli sempre adiacenti alla spiaggia, come esca l’americano è ottimo, come pure le altre esche generiche, sempre con un terminale di circa 50 centimetri. Per queste tecniche sono preferite le foci dei fiumi, come si sa, le spigole sono predatori che amano stare accostate alla riva, dove riescono a trovare il cibo preferito, non c’e’ bisogno di andarle a cercare alla lunga distanza dalla riva,  chiaramente per ogni tipo di pesca va abbinata la canna giusta.
  • Spinning: lo spinning va fatto da spiaggia, scogliera, porti, con pesci Siliconide, i migliori siliconidi sono della misura di 6 centimetri, di colore celeste sul dorso e bianchi sulla pancia, oppure testa rossa e resto bianco, per i Minnows i testa rossa sono micidiali, i più indicati sono quelli dai 7 grammi ai 10 grammi, i Cucchiaini migliori sono quelli con piuma. I siliconidi e i cucchiaini si usano, maggiormente, con una bombarda semi affondante di 20 grammi e terminale di 2.5 metri, dello 0.20,  il periodo migliore per lo spinning e l’inverno, bisogna conoscere bene le zone adatte dove possiamo trovare questi predatori, chiaramente non bisogna stare sempre fermi allo stesso punto, bisogna andare a cercarle; non si escludono, però, altre abboccate come: il serra, le lecce, le occhiate, Lucci, etc. 
  • Spinning con il vivo: per questa tecnica si usa come innesco l'aguglia, di cui le spigole e i serra ne sono ghiotte, il terminale va fatto con 2-3 ami sempre sullo stesso filo, gli ami vanno innescati nelle parti non vitali dell’aguglia, muso e la parte della schiena a circa 2 millimetri sotto la pinna , il terminale deve essere lungo almeno 2 metri, per dare libero movimento all’aguglia.

martedì 22 ottobre 2013

La spigola

La spigola presenta corpo slanciato con fianchi compressi e lungo peduncolo caudale. La testa, di medie proporzioni, reca una bocca ampia e munita di forti dentatura, che conferisce a questo pesce un aspetto da autentico predatore. Si riproduce da gennaio a marzo. Le uova superano generalmente il millimetro di diametro; alla schiusa le larve raggiungono i 4 millimetri. Lo sviluppo è abbastanza rapido e le dimensioni che la spigola può raggiungere arrivano a superare il metro di lunghezza e il peso di 10 chilogrammi.
Tipico pesce costiero che si mantiene a poca di stanza dalla spiaggia in acque poco profonde, la spigola si adatta bene anche al­le acque dolci, risalendo la foce dei fiume per brevi tratti alla ricerca di possibili prede. Nei primi anni conduce vita gregaria, ma con il passar del tempo tende a  diventare un pesce solitario per poter ampliare il proprio territorio di caccia. Insa­ziabile cacciatrice, la spigola è attiva soprattutto nelle ore notturne, con una parti­colare predilezione per latterini, cefali e piccole anguille. Può vivere sia presso i fondali, dove si annida negli anfratti rocciosi per tendere agguati alle prede di passaggio, sia in superficie, dove si dedica alla caccia di piccoli pesci.
La pesca a questo predatore può essere eseguita in diversi modi:
  • Pesca bolognese: all’interno dei porti, ambiente prediletto dalla spigola, è possibile insidiare con successo questo pesce con la pesca a fondo con il vivo. La pesca si può effettuare sia nelle ore diurne sia in quelle notturne, avvalendosi di una canna bolognese piuttosto robusta, dotata di un mulinello capace di avvolgere una lenza madre  dello 0,30. Al termine della   lenza   si   inserisce   un piombo scorrevole fermato da una girella con moschettone, e a cui verrà assicurato un finale di circa  un metro del diametro dello 0,25. Adoperando come esca principale l’anguillina, con la frizione allentata si attende l’ abbocco della spigola cercando di  lasciarla mangiare tranquillamente prima di eseguire la ferrata.
  • Surfcasting: II surfcasting sistema più efficace per pescare la spigola dalle coste sabiose nel periodo  che comprende tutto l’autunno e l’inizio dell’inverno. Nelle ore di luce un richiamo irresistibile è costituito da un’esca viva che si muove appena sollevata dal fondo, come il muggine e l’anguilla, mentre durante la notte sono più redditizie esche come il calamaro e la seppia. In tutte le fasi di una mareggiata è possibile incontrare la spigola, con i soggetti di modeste dimensioni che preferi­scono le forti turbolenze e gli esemplari più grossi che mostrano una spiccata prò dilezione per i moti ondosi più moderati.
  • Spinning:  La spigola è una cattura di primaria importanza anche per lo spinning, attuato con alcuni artificiali di grande efficacia come l’imitazione del mugginetto, ossia un minnow dal corpo argenteo e dorso scuro, o con minnows snodati che si­mulano un movimento sinuoso molto simile a quello delle anguilline, prede abituale della spigola. Si pesca al lancio alle foci dei fiumi o in mare, con un recupero da eseguire in modo discontinuo, ma veloce.
  • Pesca all'inglese: La spigola è anche una preda frequente della pesca all’in­glese in acque marine, tecnica che nei confronti di questa specie viene interpreta­ta con una lenza madre dello 0,12 e un galleggiante di 10 grammi, opportuna­mente tarato con una serie di pallini spaccati. Per il finale si ricorre a uno spezzo­ne di nylon dello 0,08, lungo un metro e mezzo e armato con un amo del n. 14-18. Per le esche si ricorre alle larve di mosca carnaria che, incollate o sfuse, serviran­no anche per il brumeggio.

lunedì 21 ottobre 2013

Le ESCHE

Scegliere l'esca adatta non è di certo facile. Molte sono le variabili che entrano in gioco, dalla tecnica che ci accingiamo a praticare, alla preda che vogliamo catturare fino alle condizioni ambientali, soprattutto se ci troviamo in mare. Amo, montatura, nylon o trecciato, galleggianti, piombi seguiranno di conseguenza.
  1. Aguglia: dal corpo sottile ed allungato, l’Aguglia si contraddistingue per la forma delle mascelle a “becco” da cui deriva anche il suo nome scientifico: belone che in greco vuol dire ago.
    Lunga massimo 80 cm e di colore argenteo è una delle esche più utilizzate nella “traina col vivo”, facile da reperire è però difficile da conservare se non si dispone di una vasca “del vivo” attrezzata.
    L’innesco si effettua in genere con due ami del 5/0, uno direttamente infisso nel rostro (il cosiddetto trainante e l’altro a circa tre quarti). L’innesco dell’aguglia è una vera e propria arte, e la bontà delle operazioni di innesco sono direttamente proporzionali alle possibilità di successo.
    Tecnica di pesca: traina col vivo
    Ami: 5/0
    Inneschi: solitamente a due ami
    Periodo di impiego: tutto l’anno, anche se preferibilmente d’estate o in autunno 
  2. Americano: Il Canadese o Americano è un’esca tra le più utilizzate nella pesca da spiaggia, in particolare nei periodi autunnali ed invernali. Vitale, non per caso è denominato “saltarello”, e robusto è in grado di reggere bene ai lanci ed è apprezzato da quasi tutte le specie ittiche ed in particolar modo dalla Spigola e dal Sarago.
    Una delle sue caratteristiche principali è di essere un verme particolarmente sanguinolento.
    Le sue dimensioni, invece, possono variare di molto, anche se in genere è piuttosto piccolo.
    L’habitat ideale dell’Americano sono i terreni composti da ghiaia, sabbia e fango, dove si nasconde al di sotto dei sassi nutrendosi delle sostanze derivanti dalla decomposizione di piante ed animali.
    Lo si trova lungo le coste del Mediterraneo e, in Italia, il migliore è quello dell’alto Adriatico, anche se di difficile raccolta e spesso importato dall’estero. Nei negozi viene venduto in scatole di cartone riempite di torba, in grado di mantenere la giusta umidità e si conserva (massimo 10 giorni) in frigorifero ad una temperatura tra i 10°C e i 14°C, controllando che non si asciughi troppo, in ogni caso basta dargli una spruzzata di acqua.
    L’innesco è bene che sia sempre eseguito servendosi di un ago in modo da non svuotarlo dal sangue, compromettendo la sua attrattiva sui pesci, e con ami sottili scelti tra gli Aberdeen più leggeri. Nel caso sia necessario dividerlo in più parti bisogna prestare attenzione a non perdere il suo fluido vitale, sarà sufficiente massaggiarlo, quindi strapparlo e premere sui monconi per arrestare il sangue.
    Tecnica di pesca: in mare, ideale per pesci di media-grossa taglia
    Ami: leggeri
    Inneschi: intero o a pezzi, ma senza svuotarlo
    Periodo di impiego: tutto l’anno in particolare in autunno e in inverno
  3. Arenicola: L’Arenicola è un anellide molto diffuso nel nostro territorio, dal color rosso rosato e a volte bruno o violaceo, lungo anche più di 30 cm e molto sottile, circa 13 mm.
    Il suo habitat è rappresentato da spiagge a fondale misto, ricco di fattori che possano determinare marcescenza quali posidonie o cozze che l'azione del mare deposita sul fondo creando in questo modo le condizioni ideali per il suo sviluppo. La sua raccolta può avvenire tramite l'uso di una pala e di un setaccio, oppure in immersione "spolverando" il fondo con la mano e riponendo quindi l’Arenicola in un contenitore con un dito di sabbia sul fondo.
    Superiore per resa e tenuta alla Tremolina e al Muriddo, facilmente reperibile nei negozi specializzati, ha però lo svantaggio di essere particolarmente costosa.
    Utilizzata per la pesca di tutte le specie di fondo e di mezz’acqua quali: Mormore, Saraghi, Orate, Spigole e Pesci piatti, è apprezzata anche dalla minutaglia e dai granchi, che alle volte possono divorarla in un batter d’occhio e compromettere la nostra pesca. In questo caso la si può proteggere con dei piccoli galleggianti che la sollevino un poco dal fondo aumentandone la mobilità.
    L’Arenicola è un'esca molto delicata e per questo richiede ami leggeri, dal 4 all'8, a sezione sottile e fili di un diametro massimo del 25.
    Il classico innesco è quello a “calzetta”, facendola risalire di qualche centimetro oltre il gambo dell’amo mentre la parte restante con la sua grande mobilità le conferirà un aspetto del tutto naturale. Diverso è l’innesco a “fiocco” che prevede l’arrotolamento del verme sull’amo, più volte bucato, a formare una sorta di pallina, più adatto per una pesca veloce nel sottoriva.
    Tecnica di pesca: in mare, pesca a fondo dalla costa (Surf Casting)
    Ami: dal 4 all’8
    Inneschi: a calza o a fiocco partendo sempre dalla testa
    Periodo di impiego: tutto l’anno
  4. Bibi: Il Bibi, nome scientifico “Sipunculus nudus”, trae origine dalla parola francese Bibì, che significa "cappellino da signora", per gli americani, invece, è noto come "Verme arachide" (Peanut Worms), se ne contano in tutto circa 320 specie, tutte marine. Tra queste ricordiamo il Bibi asiatico di colore più scuro e quello veneziano di un rosa tenue.
    Si tratta sostanzialmente di un invertebrato affine agli anellini dai cui però si distingue per l'assenza di setole e segmentazione, per la pelle rivestita da una cuticola quadrettata oltre che per forma e fisiologia notevolmente influenzate dalla vita fossoria.
    Il loro habitat, infatti, sono prevalentemente sedimenti fangosi ove formano gallerie, a volte rivestite di muco, gusci vuoti di Gasteropodi, o fessure tra rocce e coralli, ambienti comuni negli oceani e nel Mediterraneo.
    Il corpo del Bibi è munito di una proboscide estroflettibile molto più sottile rispetto al tronco e al cui apice troviamo la bocca circondata da tentacoli e che si muove per mezzo di un sistema idraulico. Di colore bianco, trasparente da giovane, da adulto è bruno scuro.
    Lungo anche 30 cm può scavare buche di 50 cm nel fango e nella sabbia per questo motivo, normalmente, viene pescato con le  turbosoffianti, quindi commercializzato come esca per la cattura di Orate, Saraghi, Mormore e altri pesci "grufolatori". Lo si trova generalmente in vaschette di 5-7 capi da conservare ad una temperatura non inferiore ai 10°C e non superiore ai 16°C.
    Adatto per il Surf Casting e per la pesca a fondo, deve essere innescato, a calza o a fisarmonica per il Sarago, su ami a curvatura larga, come gli Aberdeen, e con un piccolo anello per favorire l’innesco.
    Tecnica di pesca: in mare, pesca a fondo dalla costa (Surf Casting); Bolentino in fondali molto alti
    Ami: a curvatura larga
    Inneschi: intero o a pezzi, a calza o a fisarmonica
    Periodo di impiego: tutto l’anno ed in particolare di notte e nei mesi da Settembre a Febbraio
  5. Bigattino: Il Bigattino o “Larva di Mosca Carnaria” o “Cagnotto” è una delle esche più diffuse, usata soprattutto per la pesca “a passata” e in tutte le stagioni, è facile da trovare in qualsiasi negozio e con un prezzo contenuto.
    Ha una lunghezza di 10-15mm e si sviluppa solitamente nei periodi caldi a seguito della decomposizione della carne. Sono infatti le mosche che deponendo le uova danno vita ai Bigattini, la cui varietà dipende non soltanto dalla mosca in se, ma anche dalla carne su cui sono state deposte le uova.
    In generale hanno un color avorio, che però in negozio possiamo trovare appositamente alterato per i mangimi loro somministrati ai fini di migliorare l’abbocco del pesce. E’ stato visto, infatti, come Barbi e Lasche preferiscano larve di color rosso ed i Cavedani di color giallo. Il loro livello di “freschezza” è riconoscibile da alcuni fattori, come il forte odore di ammoniaca e la presenza di una macchia scura a livello della testa, lo stomaco, che indica la sua recente alimentazione.
    Il classico innesco è quello a tre larve, su ami dal 12 al 18, dove un Bigattino è innescato a “calza” in modo da coprire tutto il gambo dell’amo, mentre gli altri due sono infilzati solo nel sottopelle e in punta in modo da consentirne la vitalità ed il movimento.
    Nel caso ci trovassimo a che fare con pesci di dimensioni più piccole come Savette, Lasche o Scardole è meglio ridurlo a due larve, una innescata a “calza” e l’altra in punta.
    Un terzo possibile innesco è quello che prevede l’uso di un solo cagnotto a “calza” per le Lasche.
    Osservando le condizioni dell’esca sull’amo tra un lancio e l’altro, soprattutto se svuotato ed appiattito, ne ricaviamo preziose indicazioni, sulla necessità ad esempio di sistemare la piombatura o di cambiare la profondità.
    Il Bigattino, inoltre, va anche pasturato, lanciandolo direttamente con le mani o servendosi di una fionda. Il quantitativo medio di utilizzo in una giornata di solito non supera il chilo, comunque è bene tenerlo con sé o nel marsupio, quando si pesca in acqua, o nella “zucca” se a riva. A tal proposito è opportuno informarsi preventivamente sulle normative regionali che ne stabiliscono il quantitativo concesso e, in ogni caso, nelle acque di montagna sopra i 500m di altitudine è vietato.
    Tecnica di pesca: pesca a passata nei fiumi; legering in mare
    Ami: piccolo
    Inneschi: a calza
    Periodo di impiego: tutto l’anno
  6. Calamaro e Seppia: Calamaro e Seppia sono entrambi molluschi cefalopodi utilizzati soprattutto nei mesi invernali per la pesca a fondo, nella traina e nel surf casting.
    Una delle loro caratteristiche principali, oltre all’alto contenuto proteico in grado di far letteralmente perdere la testa ai numerosi predatori, è la presenza di una particolare sostanza nelle loro carni. Questa, reagendo con l’ossigeno disciolto nell’acqua, produce una luce verdastra: un richiamo visivo irresistibile per i pesci.
    Ottima per catturare spigole, gronghi, dentici e ricciole.
    L’innesco può essere a “coda di rondine” dove la strisciolina è divisa in due punte, elicoidale, quando l’amo esce ed entra più volte dalla carne adatto in caso di mare calmo o lineare nel caso di correnti forti.
    Sono da preferire ami non troppo grossi e dal gambo lungo opportunamente fissato con filo elastico in prossimità dell’occhiello per migliorarne la resistenza. Nel caso della traina è bene fissare due ami uno in punta nella parte  anteriore del calamaro ed uno nella parte bassa tra la testa ed il corpo, solitamente in prossimità del sifone.
    Tecnica di pesca: traina col vivo, fondo, surf casting
    Ami: dal 4/0 all’ 8/0 in base alle dimensioni dell’esca
    Inneschi: solitamente a due ami
    Periodo di impiego: tutto l’anno, anche se preferibilmente in inverno
  7. Cannolicchio: Il Cannolicchio è un mollusco racchiuso in due valve allungate e leggermente bombate di colore avorio-marrone chiaro, che racchiudono il suo corpo delicato, ed è diffuso soprattutto nei bassi fondali e lungo le spiagge sabbiose dell'Adriatico centro-settentrionale e del Tirreno.
    E’ possibile raccoglierli  facilmente nelle zone di bassa marea servendosi di un minuscolo arpione con il quale infilzarli ed estrarli dalle loro gallerie, profonde fino a 25-30 cm, riconoscibili per la presenza di un foro da cui prelevano l’acqua che gli serve per vivere. Un altro metodo consiste nel calare, attraverso una cannuccia, dei grani di sale grosso nel foro, questo cambiamento repentino dell’ambiente provocherà la sua fuoriuscita.
    I Ccannolicchi, esche predilette per il Surf Casting sono ottime esche per la pesca a fondo dalla riva, dalle scogliere e nei porti, ghiotti a Spigole, Orate, Saraghi, Ombrine e Mormore.
    Si possono utilizzare sia montati interi sugli ami, dopo aver tolto i due gusci, come per il Rock Fiscing, il Bolentino e la pesca a fondo, che tagliati a pezzi più o meno grandi.
    Si parlerà quindi di innesco intero con il guscio quando si utilizzano tre ami, legati in sequenza, che vengono fissati nella polpa del mollusco dopo averne distanziato le valve. Nel dettaglio il primo amo, il più vicino al piombo, dovrà anche forare una valva del mollusco, in modo da aumentare considerevolmente la resistenza al lancio. Gli ami saranno del tipo ad artiglio, bruniti e con piccoli ardiglioni sul gambo in modo da avere una maggiore tenuta rispetto ai normali.
    L’innesco intero senza guscio si attua sgusciando dapprima con delicatezza il mollusco, che verrà poi innescato con due ami, cucendolo ad essi il più possibile al fine di mantenerlo ben saldo durante il lancio.
    Quello a pezzi, invece, è usato in prevalenza nel Beach Legering e con montature ed ami piccoli anche se sempre ad artiglio. Si procede sgusciando il cannolicchio, quindi lo si taglia in due o tre pezzi nel senso della lunghezza, legandolo con un filo o della larghezza facendo sparire l’amo al suo interno.
    Tecnica di pesca: in mare, pesca a fondo dalla costa Surf Casting, Rock Fiscing, Bolentino
    Ami: ad artiglio e con piccoli ardiglioni tipo long arm basso
    Inneschi: intero con o senza guscio o a pezzi
    Periodo di impiego: tutto l’anno
  8. Coreano: Il Coreano, chiamato anche Saltarello Coreano, è un anellide di terra d’importazione simile all'Americano.
    Più vitale e robusto rispetto all’Americano, risulta però essere meno catturante, di diametro inferiore e abbastanza delicato, soprattutto nella parte terminale, che genera qualche difficoltà nell'innesco.
    Il suo habitat ideale sono i terreni composti da ghiaia, sabbia e fango e si nutre delle sostanze derivanti dalla decomposizione di piante ed animali presenti sotto i sassi.
    Lo troviamo in vendita nei negozi specializzati in piccole scatole di cartone, da conservare bene in frigorifero anche per 2 o 3 settimane.
    Dotato di una bocca con delle tenaglie e ricoperto da peduncoli finemente distribuiti lungo i fianchi, si presenta di colore marrone-verde oliva sul dorso e rosato sul ventre.
    E’ indicato nella pesca a fondo in presenza di Posidonia o roccia, per catturare le Tanute, magari abbinato con un pezzetto di esca bianca, come il Cannolicchio, per le Mormore e per diverse altre specie di pesci.
    Tecnica di pesca: di mare, pesca a fondo e di attesa, in presenza di rocce
    Ami: sottili
    Inneschi: da solo o con esche bianche (Cannolicchio)

    Periodo di impiego: anche tutto l’anno
  9. Lombrico di terra: Il Lombrico ha una lunghezza di 90-300mm ed un diametro di circa 6-9mm e può essere di diversi tipi: di terra, californiano e veronese. Si riconosce dal fatto che nella parte centrale del suo corpo presenta un anello rigonfio, il clitello, dato dall’ispessimento del tessuto di rivestimento.
    Il lombrico è stato da sempre utilizzato nella pesca, molto prima che comparisse il Bigattino e, nonostante la rapida diffusione di quest’ultimo, resta sempre una delle esche più valide per la pesca a passata.
    Abbastanza grosso e dal colore di un bruno rosato non è difficile da trovare, basta cercarlo in zone poco soleggiate, umide e fangose, dove scava numerose gallerie, quindi conservarlo al fresco in cassette di legno che ricreino al loro interno il suo habitat naturale. Ad ogni modo li possiamo trovare in qualsiasi negozio specializzato.
    Bisogna però fare una piccola precisazione. Tra i diversi Lombrichi, quelli piccoli e rossi, di fango, sono ideali per la pesca a passata, mentre quelli più grossi e scuri, di terra, sono invece adatti ad altre tecniche.
    L’innesco lo si effettua partendo dalla testa, facendolo quindi scorrere su per il gambo dell’amo del numero 6-8, per poi farlo uscire in punta, se la coda supera il centimetro andrà troncata, creando in tal modo un innesco rotante adatto per la pesca della trota selvatica o d’immissione. 
    Tecnica di pesca: a passata
    Ami: piccolo per le trote selvatiche (n. 3-4), più grosso per quelle d’immissione (n. 6-8)
    Inneschi: dalla testa facendolo uscire in punta  per conferirgli un movimento rotante
    Periodo di impiego: tutto l’anno
  10. Muriddu: Il Muriddu (Marphisa sangúinea), meglio conosciuto come “Bacone” in sui litorali tirrenici, è un anellide marino molto usato in diverse tecniche di pesca. In Italia lo troviamo lungo le coste venete e romagnole e negli argini delle foci di litorali bassi ed arenosi con stratificazioni grigio-nerastre.
    Per trovarlo occorre scendere abbastanza in profondità in quanto scava delle gallerie anche di 40-70cm sotto il suolo e nei periodi invernali possono superare addirittura il metro. Lo si conserva a basse temperature (non superiori ai 5°-8°C) in scatole di cartone dotate di un substrato composto da fango e sabbia, di frammenti di conchiglie, di alghe e di pezzetti di legno che ricreano il suo habitat naturale.
    Il Muriddu ha un corpo di color  rosso bruno ed è dotato di una notevole tenacità delle fibre muscolari che gli assicurano un’ottima tenuta sugli ami, per contro però risulta essere poco mobile una volta innescato. Ha una lunghezza media di 8-10cm, anche se ne esistono di più grandi.
    Il Muriddu con i suoi umori sapidi risulta essere una buona esca per pesci piccoli e medi di fondo e di mezz’acqua, come i Saraghi, i Pagelli e le Boghe.
    L’innesco può essere la classica “calza” o un finale di due ami beak a filo fine del numero 7, con il primo si infilza la testa e con il secondo la metà del corpo: le Orate apprezzeranno di sicuro.
    Tecnica di pesca: pesca nei fondali molto alti, Beach Ledgering e Surf Casting
    Ami: abbastanza grosso
    Inneschi: a “calza” intero o a pezzi
    Periodo di impiego: tutto l’anno

La pesca e le stagioni

L'INVERNO
Nel periodo freddo l’azione di pesca va effettuata nei posti più profondi che di solito corrispondo alle rotte  percorse dai natanti in particolare , dove presenti dai traghetti. I  pesci insidiabili con successo sono prevalentemente il cefalo, la spigola e dove presente il grongo.Il cefalo è un pesce stanziale e quindi anche d’inverno è facile trovarlo negli strati prossimi al fondo insidiandolo con la pasta al formaggio, la sarda o l’universale bigattino. Le tecniche che rendono di più sono il ledgering, la pesca al tocco o la bolognese, dove il fondo non troppo elevato lo consente potremo utilizzare anche una semplice ma molto efficace canna da punta con la “pasta”. L’acqua portuale di solito torbida ci consentirà di utilizzare monofili abbastanza robusti tipo lo 0.14 per finale. Molto importante sarà l’uso di un buon brumeggio per attirare e mantenere in zona i pesci.Nel periodo freddo è possibile dedicarsi alla pesca dei grossi esemplari di spigola che , complice la stagione della riproduzione entrano nei porti per deporre le uova. La tecnica più redditizia è la pesca con la sarda freschissima intera innescata su un lungo finale anche più di due metri dello 0.35- 0.40. La lenza sarà priva di qualsiasi piombatura . Una volta lanciato il tutto, lascieremo andare a corrente la nostra insidia. Al momento della mangiata non bisogna avere fretta , ma lasciare che il pesce si allontani con l’esca in bocca e che abbia tutto il tempo di ingoiarla per bene , solo a questo punto quando vedremo il filo filare via più deciso daremo una bella ferrata ingaggiando la lotta con la preda.E’ buona norma , per avere maggiori possibilità di cattura ricordare che l’ attività trofica della spigola va da 90 minuti prima dell’acme di bassa marea a 90 minuti dopo l’acme di bassa marea e da da 90 minuti prima l’acme di alta marea a 90 minuti dopo l’acme di alta marea cioè nelle fasi di acqua ferma. Nei porti a fondo scoglioso e nelle fessure che si aprono alla base delle murate è presente il grongo viscido predatore anguilliforme dalle fauci taglienti.La pesca non presenta grandi difficoltà : si pesca a fondo con la sarda innescata su un finale dello 0.60 o meglio fornito di un cavetto d’acciaio , a causa della dentature molto tagliente del pesce. Si sondano le tane che si aprono ai nostri piedi o le zone più distanti ma dove sappiamo della presenza di scogli. Una volta avvertita la mangiata bisogna essere lesti nello strappare il pesce dagli scogli dove tenterà di intanarsi rendendo vana ogni nostra azione. Si pesca quasi esclusivamente di notte tranne che nei giorno più plumbei e con acque molto torbide a causa di una mareggiata.

PRIMAVERA
La temperatura si fa più tiepida e di conseguenza anche l’acqua comincia a riscaldarsi, così molti pesci detti traslativi cominciano a risalire dalle fosse profonde e a popolare il sottocosta. Così è possibile dedicarsi alle occhiate e all’orata . Le occhiate di solito entrano nei porti durante la notte e si tengono sempre nella parte più esterna verso l’imboccatura.La tecnica migliore è la bolognese con l’utilizzo del bigattino come esca, sondando gli strati d’acqua intermedi, la pesca va accompagnata da una sapiente pasturazione (fatta sempre con i bigattini) tenendo conto della corrente e cercando, oltre di mantenere i pesci in zona, di far aggallare il branco. In tal modo tutta l’azione sarà più semplice ed inoltre il branco diventerà più frenetico con spanciate e bollate evidenti entrando in una attività trofica frenetica dovuta alla competizione alimentare.L' orata merita un discorso particolare , infatti , non è presente in tutti i porti in quanto abbisogna di alcune caratteristiche relative alla natura del posto: il porto deve essere molto profondo e ci deve essere un fondale misto che garantisca gli organismi di cui il pesce si ciba ovvero presenza massiccia di cozze , paguri, murici e molluschi in genere. Si può insidiare nei modi più disparati anche se i risultati migliori per gli esemplari di taglia si ottengono innescando la cozza compresa di guscio, in tal modo si fa fuori tutta la minutaglia che possa disturbare la nostra azione. Invece per le orate più piccole è molto efficace la pesca con il bigattino sia con la bolognese che a ledgering. Non va dimenticato che comunque è sempre valida la classica pesca a fondo innescando anellidi tra cui spicca l’americano , murici e cannolicchio. La pesca si protrae per tutta l’estate e buona parte dell’autunno. E’ buona norma, per avere maggiori possibilità di cattura, ricordare che l’ attività trofica dell’orata va da 90 minuti dopo l' acme di bassa marea a 90 minuti prima dell’acme di alta marea e da da 90 minuti dopo l' acme di alta marea a 90 minuti prima dell’acme di bassa marea cioè nelle fasi di mossa dell' acqua.

ESTATE
Con l’arrivo del grande caldo il porto si arricchisce di tutta quella minutaglia che fa la felicità dei pescatori neofita o al massimo di qualche garista in vena di allenamenti, stiamo parlando di boghette,salpette,menole, sparlotti e rondinelle. Questi pesci si insidiano facilmente operando un brumeggio fatto con uno sfarinato da mare di superfice e utilizzando una canna da punta o pescando in caduta utilizzando piombi da 1-5 Gr. I pesci pelagici come la leccia amia e stella, l' aguglia, il pesce serra e la ricciola durante tutto il periodo caldo e anche per la prima parte dell’autunno fanno dei veri e propri blitz all’imboccatura dei porti e a volte seguendo i pescherecci che rientrano si inoltrano nelle parti più interne creando cacciate spettacolari anche verso cefali da chilogrammo che spiccano salti fuor d’acqua alla ricerca della salvezza. Leccie stella e aguglie è possibile insidiarle sia con la bombarda e il bigattino come esca o con filetti ricavati da sarde o anche dai pesci pescati precedentemente, avendo l’accortezza di lasciare oltre la carne anche la pelle luccicante. Invece per gli altri pesci si parla di spinning di mare pesante utilizzando i poppers o anche grossi cucchiaini ondulanti. Altrimenti si può sempre cercare la cattura utilizzando la tecnica del vivo  fatto in luogo. Fino ad alcuni anni fa tali pesci erano comuni solamente nella parte meridionale della penisola, ora a causa della tropicalizzazione del mediterraneo è facile incontrarli un po’ ovunque.

AUTUNNO
Con l’arrivo dell’autunno comincia a diventare instabile l’alta pressione estiva dovuta all' anticiclone delle Azzorre , tutto ciò comporta un tempo variabile con le prime mareggiate che portano beneficio per l' attività aulietica infatti si ricominciano a muovere i pesci degni di nota e cominciano a fare la comparsa i saraghi per i quali va fatto lo stesso discorso dell’orata anche se almeno gli sparlotti o sparaglioni si trovano comunemente in qualsiasi porto di qualunque natura esso sia. Anche per le tecniche si può far riferimento a quanto detto per l’orata tenendo conto però che il sarago vuole assolutamente l’esca ferma sul fondo o nei pressi di conseguenza bisogna avere l’accortezza di utilizzare finali abbastanza corti e rapportati alla forza della corrente al fine di pescare come detto. Inoltre una possibile alternativa può essere cercare sia saraghi che orate lungo la parete della murata a diverse altezze , avendo questi pesci l’abitudine di andare a mangiare cozze e quant’altro anche staccati dal fondo lungo il muro cercando di mantenere l’esca quanto più possibile ferma nei pressi della parete stessa.
Non ci scordiamo che in generale la legislazione italiana vieta qualsiasi tipo di pesca nei porti di conseguenza per evitare spiacevoli situazioni , quando decidiamo di recarci a pesca in un porto, prima informiamoci  presso le autorità locali della capitaneria se è consentito pescare liberamente o se vige qualche divieto.

A pesca nei porti...

La pesca che viene praticata nei porti può riservare tra le migliori sorprese durante tutte le stagioni dell'anno e non richiede speciali capacità o attrezzature costose. Numerose specie di pesci scelgono il porto come loro habitat poiché è una zona in cui trovano una ricca alimentazione; se poi si pensa alla comodità di accesso dei pescatori, si spiega perché le banchine ed i moli sono i posti più frequentati in ogni stagione. In un porto si può anche avere la possibilità di pescare pesci di notevoli dimensioni, data la profondità delle acque che normalmente caratterizza posti del genere.
La preda più usuale per chi pesca in un porto è sicuramente il cefalo, forse il più tradizionale abitatore di queste zone, anche perché è in grado di resistere a livelli di inquinamento piuttosto alti, tanto che gli esemplari più grossi si pescano proprio nei porti. Un'altra preda, di carne molto pregiata, è la spigola; questa viene pescata di giorno e di notte ed è solita nuotare insieme a branchi di cefali. Come la spigola, anche il sarago è di carne molto pregiata; questo pesce vive nelle zone rocciose, quindi è più opportuno apprestarsi a pescare a ridosso delle dighe esterne ai porti oppure sui vecchi moli. Chi invece si vuole apprestare alla pesca al gronco deve essere provvisto di lenze robuste e pronto a passare la notte sul molo e, lungo le sue pareti, si possono sorprendere numerosi polpi. Si possono pescare infine alcuni tipi di pesci a seconda della stagione, come marmore, triglie, sugarelli, aguglie, boghe, sgombri, leccie e cernie.
Per la pesca in porto si possono scegliere tra due tipi di canne: la prima, la canna col mulinello, leggera, abbastanza rigida e con una lunghezza variabile da 4 a 6 metri e mezzo, l'ideale per pescare col galleggiante tutti quei pesci che si muovono a mezz'acqua. Il secondo tipo di canna risponde ad un attrezzo molto robusto e pesante, lungo circa 3,5 o 4 metri, più rigido e con una spiccata azione di punta; questo secondo tipo si utilizza per pescare rasente le banchine, dove il fondale è profondo. 
I porti sono i luoghi nei quali i galleggianti rendono di più, a causa della completa assenza del moto ondoso, che, come succede nelle acque esterne, creerebbe falsi segnali di abboccata. Per tale ragione, i galleggianti, che vengono usati nel porto, presentano caratteristiche del tutto simili a quelli da lago: questi devono essere in legno di balsa, con forma affusolata ma in grado di sostenere una piombatura abbastanza consistente e con l'astina più alta possibile. Nei porti si usano galleggianti piombati di due tipi: il primo, semicilindrico, si adatta bene alla pesca in superficie con lanci lunghi (l'ideale per pescare aguglie od occhiate); dalla base piombata del galleggiante, si fissa semplicemente filo ed amo, senza aggiunta di piombi. Il secondo tipo di galleggiante piombato è quello usato per la pesca all'inglese (tecnica nata sui fiumi, ma usata anche a mare, soprattutto nei porti data la calma delle acque); questo galleggiante è fissato alla lenza solo in corrispondenza del gambo e contiene buona parte della piombatura della lenza stessa. Eccezione, per quanto riguarda la piombatura, è quella che si prepara per la pesca del cefalo: in questo caso ci vogliono galleggianti molto sensibili e leggeri, data l'abboccata di questo pesce, la più sensibile e leggera di tutte. Altri galleggianti, usati spesso nei porti, sono gli scorrevoli, ideali per pescare a grande profondità. Infine, per la pesca notturna, si possono usare galleggianti dotati di speciale astina luminescente.

Elementi fondamentali della pesca, amo ed esca sono talmente complementari che l'uno deve essere necessariamente scelto in base all'altra. Dato che il mare contiene innumerevoli specie di pesci, così esistono tanti tipi di esche anche se, per pigrizia, se ne usano poche; bisogna considerare che ogni preda ha la sua preda, quindi sarà opportuno, ancora prima di piazzarsi sulla banchina, avere bene in mente quale tipo di pesce si vuole pescare e quindi applicare l'esca adatta (e non solo l'esca) per quel tipo di pesce; i tipi di pesca generica spesso lasciano a mani vuote. Gli ami, tranne che nel caso del cefalo (ami sottili), devono essere di buona resistenza e con un alto carico di rottura. Per quanto riguarda le dimensioni, anche gli ami, come i monofili, sono catalogati con numeri dallo 0 (il più grande), al 24 (il più piccolo); ami del 2 o del 3 sono adatti alla pesca al gronco od alla spigola; ami dal 14 al 16 vanno bene per la pesca al cefalo; infine, le misure dell'amo per piccoli pesci di porto vanno dal 12 al 14. Le esche, come abbiamo detto, vanno scelte insieme all'amo e sono strettamente legate al tipo di pesce che si vuole catturare: tra quelle più comuni vi sono i vermi o baconi (appartenenti alla famiglia degli anellidi); questi appartengono all'ambiente marino e sono ben diversi dai vermi di terra; il "muriddu" rende bene ovunque; il verme "coreano" ed il "saltarello cinese" sono un'esca ottima anche se leggermente inferiore ai "muriddu". Tutti questi anellidi hanno il pregio di essere graditi a tutti i pesci. Tra le esche c'è anche il pane che è particolarmente adatto nei porti, attirando cefali, boghe, menole e saraghi; si può usare pane fresco anche mescolato alla pastura ("brumeggio"), pane secco (adatto per i cefali) lasciato in acqua tiepida per almeno mezz'ora e poi strizzato, oppure pane Francese, quello a cassetta, che va trattato come il pane secco. Altra esca molto gettonata è il bigattino; esca universale per molti pescatori. Ci sono poi le esche specifiche, usate da pescatori che mirano ad un determinato pesce: i gamberetti sono l'esca perfetta per le menole e più raramente per le spigole; i granchi, l'esca preferita dall'orata; il filetto d'acciuga per sgombri e sugarelli; il totano che, usato per la pesca a bolentino, è molto gradito a saraghi e pagelli.
Le varie tecniche di pesca da fare nel porto sono:
  •  Pesca con il galleggiante: Per questo tipo di pesca si può usare una canna sia fissa, lunga generalmente fino a 9 metri, sia bolognese, lunga fino a 6 metri. I monofili vanno fino ad un massimo di 0,16/0,18 metri; con questa attrezzatura si possono pescare cefali, spigole, saraghi, occhiate e salpe. Le piombature sono identiche a quelle usate in acqua dolce. Per quanto riguarda i galleggianti, in fondali di una certa profondità, si usano quelli scorrevoli.
  •  La pesca all'inglese: tecnica nata in Inghilterra per acque dolci, si applica con buoni risultati anche in acqua marina, in zone dove il mare è poco mosso e la corrente è molto limitata. Per questa tecnica si usano galleggianti piombati e speciali fili autoaffondanti. Le prede possono essere cefali, saraghi, salpe, aguglie, occhiate e spigole.
  •  La pesca a legering: evoluzione della pesca a fondo in acque dolci; qui il piombo non si trova sulla lenza ma è collegato ad essa con un finale; di qui l'amo è direttamente collegato al cimino della canna, così da permettere ferrate pronte ed efficaci. Questo tipo di pesca è molto efficace nelle zone portuali ed anche sulle coste rocciose. Nel legering la preda più ambita è la spigola. Particolare di questa tecnica è il fatto che si può pasturare a fondo dove lavora l'esca, essendo il piombo anche un contenitore ove si può mettere un po' di pastura che viene rilasciata lentamente dai fori.
  •  Lo spinning: Tecnica più recente tra quelle di acqua dolce introdotte in mare. Si usano, in questo tipo di pesca, canne corte e robuste e mulinelli veloci e si possono catturare spigole, sugarelli, occhiate, aguglie, sgombri. Le esche per lo spinning sono artificiali, preferibilmente ondulanti più che ruotanti. Essenziale è rendere queste esche artificiali "vive", con frequenti cambi di angolazione della canna e di velocità di recupero. Lo spinning è efficace non solo da riva, ma anche da una barca con la quale è possibile effettuare piccole traine.
 

domenica 13 ottobre 2013

Surf Casting.

Il Surf Casting è una tecnica praticata nei paesi atlantici ed introdotta in Italia verso la fine degli anni ’80. La prima regola del surf nel mediterraneo è quella che se non c’è onda, non c’è surf, anche se, in questi ultimi anni, ci si sta accorgendo che questa regola trova delle eccezioni sopratutto per alcune prede, come Mormora, Orata, Sarago e Razza si verificano catture anche con mare calmo. Da questa constatazione è nata una tecnica, seppur analoga al Surf Casting, che se ne differenzia sostanzialmente perché si pratica in condizioni di mare calmo o quasi calmo, chiamata “Beach Legering”, che prevede un’attrezzatura e una attrezzatura più “leggera” del Surf Casting. A differenza di altre tecniche, il risultato di una battuta di Surf Casting è troppo legata al momento giusto per essere alla portata di tutti. Prima di tutto il surf castman deve individuare con esattezza quando il mare è nelle condizioni ideali, cioè quando il moto ondoso libera nutrimento facendo accorrere le prede e quindi poterle insidiare. Queste condizioni non sono frequentissime e possono durare per un tempo variabile, sia di giorno che di notte, in cui il Surf Casting può offrire entusiasmanti catture.
Per questa tecnica si usano, di solito, 3 canne di diversa lunghezza e potenza, rapportate ai luoghi dove andranno usate, diciamo a partire dai 3,80 metri per arrivare ai 5. La scelta cadrà su modelli specifici, telescopici, con potenze che andranno dagli 80-150 gr di piombo e dovranno avere quelle caratteristiche  capaci di superare prove impegnative quali le mareggiate invernali ed i continui strappi e sollecitazioni del lancio. Importante è decidere, quando si sceglie la canna, quale tipo di mulinello deve essere abbinato, visto che è possibile con questa tecnica usare mulinelli a bobina rotante e se decidiamo di usare uno di questi mulinelli è necessario che la canna sia predisposta a questo uso e che sia dotata di un adeguato attacco porta mulinello e di un manico corto. Se decidiamo di dedicarci anche al Beach Legering, bisogna fornirsi di altre due canne più leggere, dai 4 ai 5 mt e con potenze da 40 a 80 gr, sensibili, magari con cimino intercambiabile.
Per caricare le bobine del mulinello useremo monofili di tipo super con diametri che partono dallo Ø0.20 fino allo Ø0.40, con caratteristiche di alta resistenza. Anche il colore è importante, in quanto un tipo colorato risulta essere più visibile nelle fasi di recupero delle prede.
Per poter lanciare le nostre esche alla distanza voluta utilizzeremo dei piombi di diversa forma e diversa grammatura. Di volta in volta sceglieremo la miglior combinazione forma/peso per raggiungere una distanza sufficiente a portare le esche in pesca e, cosa ancor più importante, farcele rimanere il tempo sufficiente al pesce per abboccare. Tra tutti, il più pratico e il più efficace rimane il famoso “Cono Meloni”, un cono di piombo con un peso dagli 80 gr. ai 200 gr., con attacco sfasato dal centro e con una lavorazione a “becco” che frena l’azione delle onde, mentre la forma a cuneo vola egregiamente. Atri modelli validi presentano forme appiattite, a disco o a rombo, la cui superficie è lavorata a bassorilievo e quindi, una volta poggiato sulla sabbia, offre una buonissima resistenza al trascinamento. Esistono anche modelli che funzionano egregiamente con mare molto mosso o in situazione di forte corrente, chiamati “spike” (arpione), che presentano degli arpioni d’acciaio che, infilandosi nella sabbia, lo tengono ancorato al fondo. In commercio esistono comunque diversi tipi di piombo, con diversa forma e diverse grammature.
Nella scelta dei modelli da utilizzare bisogna comunque tenere conto di alcuni parametri come:
- potenza della canna
- terminale impiegato
- condizioni meteo
.

Esempio: 
         - piombo fisso                             - piombo scorrevole
  

giovedì 10 ottobre 2013

La Luna influenza la pesca???

Questa è una domanda che molti pescatori si chiedono ed è uno degli argomenti che affascina di più il mondo della pesca sportiva. E' importante, quindi, avere almeno delle buone conoscenze di base sull'influenza della Luna sul mare e quindi sul ciclo biologico dei pesci.
Dobbiamo tener conto soprattutto di due fattori riguardanti la Luna:
  1. le sue fasi,
  2. la sua attrazione gravitazionale sulle acque della Terra che provoca le maree.
La Luna non brilla di luce propria, ma riflette quella del Sole. Dalla Terra possiamo vedere come la quantità di luce cambi da un momento all'altro. Questi cambiamenti sono noti come fasi lunari. Occorrono 29 giorni prima che si abbia la luna nuova. La Luna ha ben 8 fasi ed ognuna assume un nome diverso: Luna Nuova, Gibbosa Crescente, Primo Quarto, Luna Crescente, Luna Piena, Luna Calante, Ultimo Quarto, Gibbosa Calante e Luna Nuova.  
Le maree, invece, sono dei movimenti periodici del livello delle acque. A causa della rotazione terrestre, le maree si vengono a creare ogni 12 ore e 26 minuti e sono provocate dall'attrazione gravitazionale della Luna e del Sole sulle masse d'acqua. In qualsiasi punto della costa, si avranno ogni 24-25 ore due fasi di alta e due fasi di bassa marea con un alternarsi tra loro ogni 6/6 ore e mezza.
Ogni giorno, però, le fasi di marea vengono posticipate di circa un'ora rispetto al giorno precedente.
Ora, quando la Terra si avvicina alla Luna i mari vengono attirati da quest'ultima e si ha una alta marea.
Quando la Luna ed il Sole sono allineati si hanno le maree sigiziali, caratterizzate da fasi di alta marea più alte del normale e da fasi di bassa marea più basse del normale: le sigiziali si verificano due volte al mese e cioè con Luna piena e con Luna nuova.
Un esempio di marea è:
se la fase di Luna Nuova cade nel primo giorno del mese e la Luna Piena circa due settimane dopo, il 15 avremo le più alte e le più basse maree e le più forti correnti di marea dell'intero mese (più forti durante la Luna Piena).
Le maree non vengono solo condizionate dalla Luna, ma anche da altri fattori come: 
  •  i venti, che sono tra gli agenti più determinanti. Infatti, un forte e persistente vento che agisce con le onde di marea può far anticipare una fase di alta marea e far risultare così il moto ondoso generale di gran lunga più intenso e lo stesso discorso vale anche con la corrente di bassa marea, che così facendo trattiene le acque del mare al largo.
  • la pressione atmosferica influenza enormemente lo stato delle acque. Una bassa pressione ad esempio, consente all'acqua sotto costa di alzarsi, sviluppando così un moto ondoso più violento.
Tutti questi concetti possono risultare complicati, invece sono semplici da capire e importantissimi per le nostre battute di pesca, infatti se andate a pescare nel luogo e nel tempo errati, sarà ben difficile che possiate catturare qualcosa.

domenica 6 ottobre 2013

Pesca con la canna fissa

La pesca con la canna fissa è una delle tecniche più antiche di pesca, oggi però è stata abbandonata con quelle a mulinello. Le tecniche per pescare con questo tipo di canna sono due:
  • Pesca con galleggiante;
  • Pesca in buca
La pesca con galleggiante è sicuramente una delle tecniche di base della pesca in mare. Presenta innumerevoli variazioni a seconda delle prede e/o dei luoghi di pesca. Viene praticata principalmente nei porti e dalle scogliere per la cattura di prede.
Le prede principali di questa tecnica sono: Cefalo, Occhiata, Boga, Salpa, Sarago, Donzella, Tordo.
Meno comuni, invece, sono: Aguglia, Orata, Spigola e altre specie di fondo.
Con questa tecnica vengono impiegate la maggior parte delle esche usate nella pesca in mare come: anellidi, bigattino, vari tipi di pasta (al formaggio, alle sarde, ecc.), sarde, gambero, totano, cozza, ecc.
L’attrezzatura sarà scelta a seconda della specie insidiata, quindi si dovrà scegliere in relazione alla tecnica usata. Una attrezzatura generica da adottare potrà essere: una canna da 5 a 8 metri; un galleggiante che verrà scelto in base allo stato del mare, la grammatura da utilizzare viene scelta in base alla profondità di pesca e all’esca utilizzata e varia dai 2 ai 6 grammi; il monofilo viene, anch'esso, scelto in base allo stato del mare e può variare dallo 0.12 allo .14 con acque calme, dallo 0.15 allo 0.18 con acque mosse; gli ami, invece, variano dal n. 16 al n. 8, in base all’esca usata.

La pesca in buca, invece, è una tecnica semplice che si pratica dalla costa rocciosa bassa o dalle spiaggie. E’ fondamentale per la buona riuscita di questa tecnica che il luogo di pesca sia ricco di buche e nascondigli naturali di parecchie specie di pesci di scoglio. L’azione di pesca consiste nel calare la nostra lenza in queste buche, in attesa che le prede escano allo scoperto per abboccare al nostro amo.
Le prede più comuni di questa tecnica sono la Bavosa, il Tordo e lo Scorfano; meno comuni, invece, sono il Sarago, la Motella, l’Orata, la Tracina e la Triglia di scoglio.
Le esche più adottate sono: il gamberetto, il totano, gli anellidi, la cozza, il paguro e altri molluschi di scoglio.
In questa tecnica viene usata una qualsiasi canna fissa, basti che varia tra i 3 e i 6 mt. Per la lenza impiegheremo un monofilo dello 0.25-0.30, ami del 10 o 12, piombi a goccia o ad oliva dai 15 ai 35 grammi.


sabato 5 ottobre 2013

Pesca alla bolognese

Le tecniche di pesca con una “bolognese” possono essere le più varie, ma lo stile di pesca che più si adatta a questo tipo d’attrezzatura è sicuramente la tecnica col galleggiante. Non tutti i tipi di galleggianti sono adatti a questo tipo di pesca: sono adatti i galleggianti a “penna di pavone” quelli “inglesi”. Pescando nella nostra zona ( ad esempio nei dintorni del Golfo di Pozzuoli) le prede più ambite e maggiormente presenti sono sicuramente la Spigola, il Cefalo e il Sarago. L’ importante è adottare le giuste proporzioni dei galleggianti.

Per praticare questa tecnica dobbiamo cercare luoghi adatti, ad esempio:
-  luoghi con una profondità di almeno 1 e ½ – 2 metri, questo è importante perchè le prede più pregiate non mangiano a profondità inferiori;
- i moli artificiali dei porti e/o le scogliere vicino ai centri portuali possono offrirci ottime giornate di pesca, dato che in questi luoghi c'è profondità elevata a distanza piuttosto ravvicinata;
- le spiagge sabbiose sono da escludere. queste zone sono più adatte al surfcasting.

Per bolognese s’intende una canna telescopica, di lunghezza compresa fra i 4 e gli 8 metri con anelli distribuiti lungo tutto l’attrezzo. Gli attrezzi sono svariati: dalle economiche e robuste bolognesi in fibra di vetro, alle raffinate canne in fibra di carbonio ad alto modulo e con diverso tipo d’ intreccio. La scelta della canna, in poche parole, è data da quanto si vuole spendere.
Con i mulinelli vale lo stesso discorso fatto per l’attrezzo, molto dipende dal nostro capitale. Ci sono attrezzi di tutte le specie: dagli ultimi modelli in alluminio, acciaio ai modelli più economici.
Per i galleggianti non c’è che l’imbarazzo della scelta. Dobbiamo tenere conto soltanto delle condizioni meteo. Con un mare un pò movimentato o con il vento si richiede la presenza di galleggianti che fuoriescano di poco dalla superficie marina, quindi consigliamo quelli a pera e a goccia.
Di solito si usano galleggianti di peso compreso tra i 3g+1 e gli 8g+3.

Per la scelta degli ami si consiglia dal n°20 al n°10 con un termile 0.14-0.08.

Surfcasting in Campania: Capo Miseno

Capo Miseno è una spiaggia ottima per il surfcasting. La spiaggia è molto grande e offre ottime pescate.
La spiaggia forma un ampio arco e offre tre postazioni ottime per pescare:
  1.  A nord (via lido miliscola) è possibile insidiare saraghi, spigole e qualche orata. 
  2. Nella parte centrale (zona del faro) si pesca alla ricerca di saraghi di taglia. 
  3.  Nella zona a sud, invece, a 100 metri dalla riva ci sono appena 3 metri di acqua. Qui, durante le mareggiate nei primi 50 metri si forma tutta schiuma, diventando così un luogo ottimale per la pesca alle spigole di taglia.
In queste spiagge la presenza di mormore è molto elevata, mentre in inverno è prevalente la presenza di spigole.

                    

Benvenuti!!!!!

Benvenuti nel Blog dedicato tutto sul mondo della pesca sportiva.
Insegneremo nuove tecniche e metodi per la pesca. Riveleremo, inoltre, luoghi e periodi adatti per la cattura di pesci.....

BUON DIVERTIMENTO E SOPRATTUTTO BUONA LETTURA!!!!!